Presentazione libro sull’incendio di Binasco
Domenica 6 giugno alle ore 18,00 presenteremo il nuovo libro sull’incendio napoleonico di Binasco. La presentazione sarà ospitata nel cortile del castello visconteo di Binasco con la collaborazione di Radio Hinterland Binasco e per gestire al meglio le norme anti covid chiediamo la prenotazione tramite mail a: prolocobinasco@gmail.com
Luigi Malacrida è un appassionato di storia che ha raccolto preziosi documenti sulla storia locale ed è grazie a lui se abbiamo potuto pubblicare questo libro che racconta un episodio drammatico avvenuto a Binasco durante il quale il castello sarà irrimediabilmente danneggiato. Siamo nel maggio del 1796 in piena Campagna d’Italia.
Le idee libertarie promosse da Napoleone furono generalmente ben accolte nelle città, mentre nelle campagne la reazione fu spesso avversa per la forte presenza del clero e della nobiltà terriera che vedevano minacciati il loro potere ed i loro privilegi.
Gli abitanti del borgo di Binasco non avevano mostrato segni di ribellione ma il paese ancora una volta nella sua storia, viene scelto per la sua posizione strategica da un gruppo di rivoltosi.
Il 24 maggio arrivano infatti a Binasco, un migliaio di contadini provenienti da diversi paesi vicini, guidati dal parroco di Samperone don Paolo Bianchi, dal Curato di Trivolzio don Domenico Capelli e da diversi notabili.
Sono armati in modo approssimativo con i loro attrezzi da lavoro come forche, roncole, bastoni, ma anche con qualche sciabola e qualche arma da fuoco e sono infervorati tanto che all’arrivo in paese entrano in Chiesa e si mettono a suonare le campare.
Il “fabbriciere” della chiesa (una sorta di amministratore dei beni ecclesiastici) viene assassinato con una sciabolata da uno di loro, poi alzano barricate e si preparano incautamente ad affrontare l’esercito napoleonico posizionandosi ai due ingressi del paese sulla strada maestra.
Lo stesso giorno un contingente di 3.000 soldati napoleonici si muove verso Pavia, è preceduto da un’avanguardia che all’arrivo a Binasco è accolta dai rivoltosi che danno inizio ai tafferugli e feriscono a morte un dragone francese. Alla notizia dell’accaduto, il generale Lannes con un folto gruppo di uomini raggiunge Binasco dando inizio alla sanguinosa repressione. Di fronte alla potenza dell’esercito francese, i rivoltosi scappano nelle campagne abbandonando Binasco che viene saccheggiato e dato alle fiamme. Alcuni dei fuggitivi si uniranno alle rivolte scoppiate anche a Pavia e don Bianchi verrà arrestato, processato e fucilato a Milano, mentre il curato Capelli che era con lui riuscirà a mettersi in salvo fuggendo.
A sera inoltrata arriva anche Napoleone in persona, e constatato il “buon lavoro” fatto dai suoi soldati, decide che il “giusto gastigo” può bastare ed autorizza l’inizio dei lavori di spegnimento.
I pochi Binaschini rimasti si danno da fare per spegnere le fiamme, arrivano anche coloro che erano riusciti a fuggire nelle campagne e alcuni persone in aiuto dai paesi vicini che, pare, fossero più interessati ad approfittare della situazione per proseguire nel saccheggio.
L’incendio fu spento solo il 27 maggio, ben 3 giorni dopo, si dice che le fiamme fossero visibili fino dalla città di Pavia.