La Contessa di Guastalla

Si sono susseguiti una serie di appuntamenti proposti dalla Pro Loco Binasco, volti a far conoscere la Contessa di Guastalla, un nome che ha uno stretto legame con Binasco dove ha sede ed opera la Fondazione a lei intitolata.
Dietro a questo nome, c’è una storia poco conosciuta ma molto interessante, quella di una donna lungimirante, tanto da aver fatto giungere le sue opere fino ai giorni nostri. Una donna forte e per certi aspetti moderna rispetto al suo tempo, basti pensare che riuscì ad ereditare terre e proprietà di famiglia nonostante la successione fosse a quell’epoca riservata agli eredi maschi ed a mantenerne la gestione per diversi anni.
Ludovica Torelli, questo è il nome della nobildonna, nasce a Guastalla (attualmente provincia di Reggio Emilia) il 26 settembre 1499, nel corso della sua vita aggiungerà poi al suo nome “Paola Maria” per la sua devozione a San Paolo ed alla Vergine. Dopo una parte iniziale della sua vita tipicamente cortigiana, la Contessa a seguito di una tragica sequela di lutti familiari e grazie alla conoscenza del frate Battista da Crema, si avvia alla conversione che la porterà a dedicarsi agli altri. Ereditata la contea, gli affari ad essa legati la portano spesso a Milano già allora una grande città, dove si rende conto dei problemi che affliggevano gli strati più bassi della società. Un altro incontro importante con Antonio Maria Zaccaria (fondatore dei Barnabiti, che sarà poi proclamato Santo) la porta a maturare la fede e la dedizione al prossimo. Spinta da fattori politici a vendere la contea per la somma di 22.280 scudi d’oro (circa 1,1 milioni di euro di oggi), investe i suoi denari per acquistare case e terreni da destinare ad opere caritatevoli tra le quali una casa per dare ospitalità a ragazze in difficoltà, un’altra per “giovani fanciulle di malaffare” (suscitando tra l’altro le ire degli abitanti del quartiere che non gradivano una tale presenza). Successivamente erige la chiesa di San Paolo Converso, oggi sconsacrata e ancora esistente in Corso Italia a Milano, ed un convento per la congregazione delle “Angeliche” di San Paolo, delle quali lei stessa era stata fautrice della fondazione. Anche in questo frangente, la modernità di questa donna emerge in tutta la sua forza: si era infatti battuta affinché le Angeliche non fossero monache di clausura, come tutti gli ordini femminili del periodo, e potessero invece compiere la loro missione tra la gente. Questo fu concesso solo fino al 1552 anno in cui il Papa Giulio III, in piena controriforma, impone la regola della clausura anche alle Angeliche. A seguito di questi fatti, dovrà subire un seppur breve processo nel quale le viene contestato di aver professato i voti al pari delle suore Angeliche e di dover quindi sottostare alla clausura, alla fine del procedimento le fu riconosciuto che i suoi erano stati invece dei semplici voti privati.
Questi accadimenti, modificano a forza il suo rapporto con la congregazione delle Angeliche ma non la sua vocazione, rinforzata dall’opera di risanamento della Chiesa del Cardinale Carlo Borromeo.
Nel 1557 vede infatti la luce il Collegio della Guastalla fondato per accogliere quelle fanciulle che a causa della mancanza di mezzi, rischiava di incorrere in matrimoni sconvenienti o peggio nella perdizione. Ospitate fino all’età di 21 anni, queste ragazze lasciavano il Collegio con una dote di 2.000 Lire Imperiali affinché potessero avere una certa libertà di scelta. Anche se a noi non sembra, per quell’epoca erano concetti molto innovativi rispetto alla condizione della donna in quel periodo storico.
Il Collegio, pur ispirando la sua opera educativa ai principi Cristiani ed alla fede Cattolica, viene posto sotto l’autorità imperiale e non sotto quella ecclesiastica, fatto che se da una parte determina qualche attrito con la Chiesa e con il Cardinale Borromeo, dall’altra procura grandi vantaggi economici come quello dell’esenzione dai dazi per le merci provenienti da fuori Milano che consente alla Contessa di far arrivare derrate alimentari dalle sue proprietà senza pagare tasse. Il Collegio raggiunge presto un prestigio tale per cui alcune ragazze di buona famiglia vengono mandate dietro il pagamento di una retta e la sua nomea continua a crescere fino a vedere come ospiti principesse e giovani di nobile casato.
La Contessa aveva voluto per il suo Collegio, una sede bella con un bel giardino perché nel “bello” vedeva un mezzo per la redenzione. Ancora oggi i giardini della Guastalla a Milano sono un posto piacevole e molto frequentato.
Il minuzioso testamento della Contessa è l’ultima testimonianza della lungimiranza della sua opera, dopo aver lasciato infatti un preciso statuto per il Collegio, destina la sua eredità non ai suoi legittimi eredi ma bensì alla Fondazione che governa il Collegio.
Pur con i cambiamenti attuati nel corso dei secoli, la Fondazione Collegio della Guastalla, che ha sede a Binasco, è arrivata fino ai giorni nostri e prosegue l’attività nel pieno rispetto dello spirito caritatevole impresso dalla Fondatrice. Tra le varie attività figura infatti la gestione della Comunità per il recupero delle tossicodipendenze “Il Molino” e la comunità residenziale per portatori di handicap “Il Ponte”. Attualmente il Collegio ha sede a Monza nella bella villa settecentesca Barbò-Pallavicini ed ospita un asilo nido, le scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I grado, liceo scientifico e liceo economico sociale.
La Pro Loco Binasco su invito della Fondazione Collegio della Guastalla, in occasione del 450° anniversario della morte della Contessa, ha voluto far conoscere la sua storia e le sue opere tramite una serata presso il teatro dell’Oratorio San Luigi di Binasco (che ringraziamo per l’ospitalità) nella quale è stata proposta la lettura interpretativa di un testo scritto da Michela Marelli e magistralmente interpretato dalla compagnia teatrale Zerideltotale. Uno storico contemporaneo ha raccontato la vita di Ludovica con incursioni di personaggi dell’epoca da Cristoforo Colombo a Leonardo Da Vinci al conte de La Palice (o Lapalisse) …
Inoltre è stata allestita una mostra presso la Sala Consiliare del Castello di Binasco che si è conclusa domenica 27 ottobre con la graditissima presenza della Dott.ssa Valenti, autrice del libro citato come fonte, che si è resa disponibile a condividere con noi la sua appassionata conoscenza della Contessa. Sono state proposte alcune letture interpretate da Pietro Gandini ed ha allietato il pomeriggio la presenza del gruppo di danze storiche “Compagnia del Passo Antico”, un aperitivo offerto ai presenti ha piacevolmente concluso le iniziative.

Fonte: “La grande avventura di Ludovica Contessa di Guastalla” di V. De Domenico e A. Valenti.