Binasco in codice
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15 aprile 1396, una data importante per Binasco: è il giorno in cui il notaio pavese Castellano de’ Cristiani, redige l’atto con il quale il duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti, dona le rendite di diversi territori, tra i quali Binasco, per l’edificazione di una Certosa nella località di Torre del Mangano, oggi nota come Certosa di Pavia.
L’atto fornisce informazioni dettagliate e contiene una descrizione minuziosa del borgo di Binasco che, oggi come allora, si trova tra Milano e Pavia, due città vicine, importanti, per lungo tempo nemiche e successivamente comprese in un unico dominio sotto il potere della famiglia Visconti.
Una posizione che originò il modo di dire “véss a Binasch” (essere a Binasco) per indicare l’essere a mezzo di una cosa, l’essere a metà strada, non aver ancora concluso un lavoro, un affare.1
Non solo, Binasco sorgeva a ridosso del Ticinello, un corso d’acqua che segnava la linea di confine tra i territori delle due città; un borgo contadino ma situato su un’importante confine e che venne pertanto, fin da tempi molto antichi, dotato di strutture difensive.
Nella zona dove ci troviamo ora, nella parte settentrionale del borgo, si trovava il fortalitium Binaschi (fortilizio di Binasco, indicativamente all’altezza di via Solferino e via Don Minzoni) una fortezza risalente all’incirca al X secolo, costruita su un modesto rilievo. Il fortalitium si componeva di una solida costruzione in muratura, probabilmente abitata dal dominus loci (il signore del luogo), protetta da un terragium, osiia un terrapieno in terra e pietrame con rinforzi in legno e circondato da un fossato attraversabile tramite un ponte levatoio.
Era una fortezza di piccole dimensioni posta a difesa del receptum o ricetto, uno spazio piuttosto ampio, completamente circondato da un muro e difeso da corsi d’acqua, dal terrapieno e da una fossa. In caso di pericolo, nel receptum poteva essere ammassato il raccolto e vi si poteva rifugiare la popolazione, all’occorrenza anche proveniente dai borghi vicini.
Vi si accedeva attraverso la strata particularis (strada particolare) una strada riservata al signore del luogo e alle persone autorizzate (in corrispondenza dell’attuale via don Minzoni).
Anche se il fortalitium era una costruzione separata, l’intero borgo abitato costituiva un unico insieme protetto dal terrapieno e dal refossum (o fossato esterno) che lo circondavano quasi completamente.
Fu proprio sui resti della costruzione in muratura del fortalitium, che fu costruita la Porta Milanese conosciuta anche come Porta Binaschi (Porta di Binasco).
Questo stesso luogo, evoca anche un doloroso ricordo legato al 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale: qui sorgevano alcune abitazioni e “la Cooperativa” che furono colpite da una bomba lanciata dagli alleati.
Se ne parlerà nella prossima tappa del percorso “Binasco in Codice”.
Note: tutte le notizie sono tratte dai libri scritti dal Professor Alberto Maria Cuomo.
Ove presenti, le note identificano i paragrafi riportati così come si trovano nei testi citati.
1 La Storia di Binasco Raccontata ai Giovani, A. M. Cuomo, Amm. Com.le di Binasco 2007, pag. 19